Signore, Signori,
      Oggi commemoriamo il Presidente del Consiglio di Stato Franco Frattini, insigne giurista, illustre statista.
      La Sua scomparsa – verificatasi nel pieno della Sua attività e del Suo impegno – lascia in tutti noi un senso di vuoto ed un grande dolore.
      La Nazione è stata privata di una personalità senza eguali, che con rigore, coerenza, preparazione, equilibrio e abnegazione è stata al servizio delle Istituzioni italiane ed europee.
      Con animo profondamente commosso, desidero ricordare la Sua figura di studioso e di gentiluomo, che ha dato lustro anche al Consiglio di Stato.
      Per quanto riguarda il suo percorso nell’Avvocatura dello Stato e nelle Magistrature, il Presidente Frattini ha assunto dapprima le funzioni di Procuratore dello Stato e di Avvocato dello Stato, poi quelle di Referendario dei Tribunali amministrativi regionali.
      Dall’età di 30 anni, ha svolto le funzioni di Consigliere di Stato ed ha poi conseguito le nomine a Presidente di Sezione nel 2009, a Presidente aggiunto nell’aprile 2021 e a Presidente del Consiglio di Stato nel gennaio 2022.
      Dal 1993, il Presidente Frattini ha intrapreso il suo prestigioso percorso presso le altre Istituzioni.
      Egli ha ricoperto la carica di Vicesegretario generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, per poi diventarne Segretario Generale.
      E’ stato nominato due volte Ministro per la funzione pubblica, due volte Ministro per gli affari esteri ed è stato più volte eletto alla Camera dei Deputati.
      Dal 2004 al 2008, ha ricoperto l’incarico di Vicepresidente della Commissione europea e di Commissario europeo per la giustizia, la libertà e la sicurezza.
      Nel 2013 è tornato a svolgere le Sue funzioni presso il Consiglio di Stato, conseguendo – come ho prima accennato – le nomine a Presidente aggiunto nel 2021 e a Presidente del Consiglio di Stato nel 2022.
      In quest’Aula che è anzitutto un’aula di Giustizia, da questo scranno che ha visto Franco Frattini presiedere con competenza e fermezza anche l’Adunanza Plenaria, voglio ricordare il suo impegno di Magistrato, di uomo di Giustizia per la Giustizia.
         E nel farlo, voglio ricordare le sentenze che, quale Presidente della Terza Sezione, ha firmato per la rigorosa tutela della legalità, dei valori costituzionali e dei diritti fondamentali, ad esempio nelle materie dell’ordine e della sicurezza pubblica, della immigrazione, della sanità e dell’assistenza pubblica, manifestando forte sensibilità per i valori della vita e del benessere degli animali, con una giurisprudenza che ha tracciato la strada per il recente riconoscimento di questi beni giuridici in Costituzione. 
         Va in particolare ricordato l’impegno profuso durante i momenti più bui della pandemia, in cui la Sua giurisprudenza ha consentito l’interpretazione più adeguata della legislazione di emergenza che ha caratterizzato quel periodo.
      Con la Sua prematura scomparsa, la Nazione ha perso un grande uomo e la Giustizia Amministrativa ha perso un Presidente illuminato.
      Moltissimi di noi hanno perso anche un grande amico.
      Nella mia vita, ho avuto il privilegio di condividere con Franco la gioventù, gli studi per i concorsi, tutti gli anni di lavoro nell’Avvocatura dello Stato e nelle Magistrature, i nostri ideali, le nostre speranze, molti dei nostri progetti, anche alcuni scherzi reciproci che ancora di recente -ricordandoli – ci avevano fatto sorridere.
      Ricordo, come se il tempo non fosse mai trascorso, anche quelle chiacchierate che facevamo sulla Sua Vespa, quando mi accompagnava da piazzale Clodio ai nostri uffici dell’Avvocatura Generale dello Stato, così come i nostri discorsi in occasione dei tragici eventi degli “Anni di piombo”, quando per lo Stato ci costituimmo parte civile in alcuni processi penali che da lì presero origine.
      La nostra amicizia non si è mai interrotta, anche quando il Presidente Frattini è stato chiamato a ricoprire altissime cariche istituzionali, finché abbiamo ripreso a lavorare insieme in Consiglio di Stato, sempre con l’intento di migliorare l’organizzazione della Giustizia Amministrativa.
Oltre alla preparazione giuridica, alla molteplicità dei Suoi interessi ed alle Sue doti politiche, di cui altri hanno detto e ancora parleranno nelle più diverse sedi, vorrei ricordare di Lui alcuni tratti caratteriali, che forse non erano da tutti conosciuti.
      L’umiltà, innanzitutto.
      Nonostante i Suoi irripetibili e plurimi successi professionali, Franco non li ha mai ostentati ed è rimasto sempre se stesso.
      La gentilezza, la nobiltà d’animo ed il rispetto per gli altri.
      Franco ascoltava davvero l’interlocutore, che percepiva come le proprie parole sarebbero state tenute sempre in considerazione.
      La pacatezza, la signorilità ed il garbo.
      Non ho mai sentito Franco alzare la voce, in qualsiasi contesto ed in qualsiasi situazione, anche quando avrebbe avuto ben ragione per farlo.
      Pur quando si indignava fortemente, a causa di altrui comportamenti inadeguati o a seguito di episodi di crudeltà verso gli animali, voleva in ogni caso creare i presupposti affinché tali comportamenti od episodi non potessero più ripetersi.
      Ancora, ricordo di Lui la correttezza e la lealtà con cui intratteneva rapporti con tutti.
      La cordialità con cui si rivolgeva a chiunque.
      La disponibilità a modificare le proprie posizioni, il che induceva i Suoi interlocutori ad accettare il dialogo e a condividere spesso le Sue soluzioni, per la loro equità, profondità e lungimiranza.
      E poi la Sua riservatezza.
      Pur dialogando con tutti, Franco manteneva chiusa la Sua cassaforte interiore, aprendola soltanto quando aveva la certezza che il Suo interlocutore avrebbe compreso e rispettato la Sua sensibilità, così come Lui rispettava le sensibilità altrui.
      Il nostro dolore e la nostra tristezza si accompagnano alla gratitudine per quanto il Presidente Frattini ha dato anche alla Giustizia Amministrativa.
      Il Presidente Franco Frattini ha incarnato il più alto modello di Magistrato amministrativo, profondo conoscitore della tradizione giurisprudenziale, ma pronto ad accogliere l’innovazione, indipendente nel decidere ed attento all’evoluzione e alle esigenze della società, consapevole del peso che hanno le decisioni di Giustizia per lo sviluppo del Paese. 
      Il Presidente Frattini lascia un’eredità morale che spetta a noi raccogliere e fare fruttare.

      La sua moralità, la sua preparazione, la sua abnegazione devono orientare i passi di tutti noi Magistrati e devono costituire il viatico per i colleghi più giovani a cui io oggi mi rivolgo, perché, nel suo ricordo, sia stretto tra tutti i Magistrati Amministrativi un patto generazionale che renda la Giustizia amministrativa forte, unita e pronta a rispondere alle sfide del futuro, a garanzia della Costituzione e al servizio del Paese.
      Lo stile e la visione illuminata del Presidente Frattini costituiranno un esempio per il futuro della Giustizia Amministrativa.
      Con la Sua famiglia, Lo piangono gli amici, i magistrati ed il personale della Giustizia Amministrativa.
      Tutti noi abbiamo perso un fondamentale punto di riferimento.
      Affinché il ricordo del Magistrato e dello Statista rimanga perpetuo, vi annuncio che è mio intendimento proporre che l’Aula d’udienza della Quarta Sezione – ove è collocato il busto di Silvio Spaventa, per simboleggiare i valori fondanti la Giustizia Amministrativa – sia denominata ‘Aula Franco Frattini’.
 
      Permettetemi di ricordare in questa sede pure il Presidente Giampiero Lo Presti, autorevole componente del Consiglio di Presidenza, anch’egli prematuramente scomparso.
         Vi chiedo di commemorare il Presidente Frattini ed il Presidente Lo Presti, osservando un minuto di raccoglimento.

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